Un esercizio che propongo agli allievi nei miei corsi, dai corsi base agli avanzati e in tutti gli altri workshop parte sempre con una domanda.
Perché siete qui? O meglio che aspettative avete da voi stessi?
Una domanda banale che oggettivamente, è difficile da gestire per un insegnante non adeguatamente preparato. In quanto ogni allievo ha delle aspettative diverse, dall’allievo che pensa alle difficoltà tecniche, all’allievo che pensa allo slancio emotivo nei propri scatti. Alcuni sperano di fare delle foto di famiglia decenti, altri voglio realizzare la foto dell’anno. Quindi propongo a tutti in un attimo di alleggerimento nella lezione, facendo un piccolo gioco.
Il risultato di questa piccola pausa “ludica” tra una nozione e l’altra, è arrivare a fare un tentativo di utilizzo della propria immaginazione.
Il modo è semplice: chiedo agli allievi di immaginare una foto che vorrebbero saper scattare. E me la faccio raccontare.
Questo semplice gioco ha diversi benefici. Il primo è di usare l’ingegno ed iniziare a capire che le cose vanno pianificate. Alla pianificazione, la quale si presta molto alla critica, dedicherò un altro articolo in futuro. Altro effetto che questo esercizio ha, è quello di dare all’allievo un reale obbiettivo, una motivazione per la quale applicarsi alle proprie lezioni.
Dunque se volete provare anche voi questo non molto semplice esercizio, vi darò 3 indicazioni grazie alle quali raggiungere il giusto mindset per visualizzare la fotografia che si vuole scattare prima ancora di premere il pulsante “ON” sulla fotocamera.
- Non guardatevi attorno alla ricerca spasmotica di qualcosa da fotografare. Anzi se non avete ancora afferrato la fotocamera lasciatela nello zaino, se l’avete in mano riponetela un momento. Mani libere e testa serena aiutano a pensare meglio. Quindi concentratevi sullo scatto che oggi vorrete realizzare e figuratevelo nella vostra mente.
- Un block-notes può aiutare, facciamo uno schizzo di ciò che desideriamo scattare; è probabile, ma non accade sempre che nel momento del disegno le idee cambino e la fotografia della quale siete alla ricerca prenda corpo maggiormente.
- Non siamo in grado di disegnare? Non potete essere peggio di me, ma anche a questo vi è una semplicissima soluzione: scrivete!!! Si esatto. Una fotografia oltre che disegnare si può anche descrivere. Ovviamente anche la descrizione deve essere una bozza. Non è utile scrivere un romanzo descrivendo una fotografia che presto andremo a realizzare
Un esempio di questo lavoro è proprio lo schizzo che segue su un quaderno A4. Si possono notare due cose da questo.
- Se dovessi venire a mancare il mondo del disegno non avrà subito una grande perdita.
- Il disegno deve essere approssimativo, è solo un “espediente” al quale ricorrere quando ci accorgiamo che non riusciamo ad ottenere ciò che vogliamo dalla nostra fotocamera.
La fotografia che ne seguì è questa.
Se vi è piaciuto l’articolo commentate e condividete, se avete domande o argomenti di vostro interesse scriveteli nei commenti.
Hugo Apolide
2 Comments
[…] scorgere dettagli, isolarmi in esso ed isolarmi da esso e guardarlo (e registrarlo) attraverso il mirino della mia […]
[…] scorgere dettagli, isolarmi in esso ed isolarmi da esso e guardarlo (e registrarlo) attraverso il mirino della mia […]