Questa domanda mi è piombata addosso come un diretto di M. Tyson, e, scusate il gioco di parole, proprio durante una diretta a dicembre. Chi fu l’artefice della domanda? Alex Home, il nostro cultumanista (cit. Tombstone, che a lui piace tantissimo)
Bastardata a parte, questa domanda, alla quale diedi una risposta veloce, ha dato l’avvio ad una serie di riflessioni, neanche fossi uno specchio, alle quali ne conseguiranno un altrettanto alto numero di articoli che inauguro con questo. Una risposta verbale, data velocemente, non mi diede il tempo di riflettere sui molteplici aspetti di questo ipotetico, ma neanche troppo impossibile evento. Non che la mia opinione sia cambiata nei mesi; anzi l’accumulare prove a sostegno o contro questa tesi, assieme all’esaminarla da molteplici angoli mi hanno fatto rendere conto che tutto sommato è peggio di come sembri.
Ora, prima di incamminarmi nel districare la matassa che ho nel cervello, se il vostro pensiero è del tipo “no l’intelligenza artificiale non potrà mai eguagliare quella umana” oppure “L’arte è una proprietà innata della nostra specie” o cose simili, questo articolo non fa per voi. Se invece siete incuriositi dal mio punto di vista, se volete leggere quali prove porto a carico della mia tesi, siete nel posto giusto. Essendo il mio intento, non quello di farvi attraversare il confine delle vostre opinioni per entrare in quello delle mie (come scrivo strano!), ma solo quello di aprire le vostre menti ad altre possibilità.
Perché questa domanda? Come detto nel paragrafo precedente: “Perché Alexander è un bastardo!” ma anche perché durante la diretta, si parlava di intelligenza artificiale; si avete capito!? Proprio durante la diretta! La risposta che diedi fu che non è tanto l’intelligenza artificiale che compirà questo passo ma saremo noi a permetterglielo.
Come? In diversi modi:
- Bombardamento mediatico
- Strumenti multimediali
- Impoverimento culturale delle società industrializzate
- Varie ed eventuali
Si ragazzi! Si tratta di una serie di concause, le quali mi fanno pensare al fatto che ci sarebbe da scrivere un libro piuttosto di un articolo per spiegarvi quello che sto per dirvi. Ma vale la pena iniziare da qui.
Perché penso che ci siano una serie di fattori? Non dipende solo da un fattore (l’IA)? Iniziamo da un’altra domanda; conoscete il detto: “In caso di problema il saggio cerca la soluzione e lo scemo cerca il colpevole”? a questo problema in particolare, finora non ho soluzioni, però fidatevi che si tratta di un problema reale, il minimo è conoscerne cause e concause per poterlo affrontare consapevolmente.
Detto ciò vado ad esporvi le idee che mi sono fatto in questi mesi.
Partiamo dal principio. In questo articolo quando parlerò di “Uomo” parlerò dell’uomo in generale, della razza umana, ma neanche tutta (non conosco le abitudini di tutti gli esseri umani in ogni angolo del pianeta); se non vi ritroverete in qualche abitudine, buon per voi. Vorrà dire che vi discostate per qualche aspetto dalla massa e che per quell’aspetto in particolare non ne fate parte.
La prima osservazione, anche provocatoria se volete, è che se alle fotocamere moderne si dovesse ancora tirare la levetta di ricarica tra uno scatto e l’altro avremmo il 90% dei possessori di fotocamere in meno; e badate bene, non ho scritto fotografi, ma possessori. Sarcasmo (non molto) velato, per dire che l’essere umano in genere sceglie la via facile. Quando è iniziato ad essere facile scattare ed avere le proprie fotografie in mano, vi è stato il boom della fotografia. Un reato? No! Una tragedia? Neanche. Solo un dato di fatto che ha aperto tutte le porte ciò che è successo dopo.
Noi, siamo sempre stati abituati a dare per “attendibile” una persona che parla su di un palco, poi ci siamo abituati anche al fatto che questa persona parlasse da una scatola (l’avvento della TV), dopodiché siamo passati alla versione in miniatura di questa scatola e ce la portiamo addirittura in tasca (il cellulare). Praticamente giriamo in tasca con quella che noi riteniamo la bocca della verità, ma invece è un arma di distrazione di massa (cit. L’uomo dell’anno con Robin Williams), non resisto alle citazioni. Continuando su questa rotta, la bocca della verità è diventata produzione della verità (l’arrivo dei cellulari moderni e della multimedialità). Il che in sé non è una cosa sbagliata, anzi ha reso ancora più “Democratica” (cit. Ansel Adams ma non ne sono sicuro) la produzione e la distribuzione di materiale video e fotografico.
Da adesso questo articolo come due universi paralleli prenderà due pieghe differenti; come ben sappiamo e come ho già scritto in questo articolo un cellulare per una serie di cause hardware, non sarà mai all’altezza di una fotocamera di pari prezzo (prima piega, spiegato in questo articolo ed anche in quest’altro) inoltre il fattore scatenante che sarebbe la pigrizia umana (citata più elegantemente due paragrafi orsono) ha “Costretto” i produttori di cellulari a compensare in maniera software dapprima le carenze Hardware, ed infine anche quelle post-produttive, ovvero il fatto che l’utente medio di telefonino non passa il tempo ad eseguire un editing accurato delle sue fotografie (seconda piega). Che diamine! Neanche l’utente medio di fotocamera dedica un tempo sufficiente allo sviluppo (digitale) delle proprie fotografie!
Ora cerchiamo di riunire queste due pieghe spaziotemporali, visto che non siamo nelle vicinanze di un buco nero. O meglio, ne abbiamo uno a mille anni luce circa, ma non riguarda i nostro articolo e non ci nuocerà prima di qualche miliardata di anni. Divagazione a parte, questa iniezione di tecnologia nelle nostre tasche, non ci ha spronato a dire qualcosa tipo “ho degli strumenti potentissimi in tasca a prezzi accessibili! Utilizziamoli al meglio e studiamo come produrre delle buone fotografie!”. No. Abbiamo detto qualcosa tipo: “Figo! Scatto e carico direttamente online cosicché tutti (sconosciuti compresi) vedano la mia arte!” Ci siamo persi qualcosa? Io direi molto, se non tutto!
Ovvero, per la tua arte, per la tua bravura, necessita studio, ricerca, passione, dedizione, sofferenza, tentativi e fallimenti continui e così via (cit. Ingrid Papa in questa intervista), non un quarto di secondo buttato lì con il primo scatto che ti viene in mente. Li si tratta di una fotografia di alta qualità, ma espressa in pixel non di alta qualità del proprio operato. Non importa se in TV ti dicono che con il cellulare giusto farai le foto migliori; non è vero (la famosa scatola della verità).
Questo però causa una situazione molto più profonda e meno tangibile, che sarebbe quella dell’impoverimento delle nostre capacità di discernere ciò che è buono da quello che è meno buono al livello visivo. Esattamente come per la buona cucina, la vista come il palato va addestrata, ma con più costanza, perché a differenza delle papille gustative gli occhi sono attivi sempre. Per questo il dover “digerire” immagini “Brutte” (cit. Gianni Berengo Gardin in questa intervista), ci porta a far passare per belle immagini che non hanno nessuna valenza artistica oppure una bassa valenza funzionale.
Ultimo anello di questa “Catena di Eventi”, è quello dello svilupparsi a velocità vertiginose di softwares che riconoscono volti, sanno scontornare persone e oggetti, sanno eseguire uno sfocato da una foto totalmente a fuoco, che agli occhi di un addetto ai lavori il risultato è vomitevole a livello agonistico, ma grazie all’impoverimento succitato, per i più è uno spettacolo. Grazie a questa iniezione di tecnologia nelle nostre fotografie, ai congegni che in autonomia sanno riconoscere persone e cose (le smart cam), abbiamo la ricetta perfetta per permettere ad un oggetto munito di “IA”, la capacità di scattare migliori fotografie delle nostre
Quindi in base alle motivazioni che ho appena finito elencarvi, la risposta alla domanda iniziale è: “Si è sarà solo a causa nostra.”
Ve lo immaginate un Terminator che dopo una giornata di lavoro, seduto su una pila di cadaveri si spara un selfie? Ok, questa è lugubre anche per me…
Se vi è piaciuto l’articolo condividete e se avete domande o se volete proporre dei nuovo articoli mandatemi una e-mail e sarò lieto di rispondervi.
Leave a reply