L’articolo di oggi, non sarà molto lungo, ma introdurrà a grandi linee quello che è un genere fotografico talmente vasto che, da esso nascono un discreto numero di sottogeneri e per ognuno di essi molto spesso non basta soltanto un workshop per definirne bene tutti gli aspetti.
Dato che in futuro, ho in progetto di parlarvi di fotogiornalismo, fotoreporters, fotografia sportiva, ma anche quelle che sono diverse altre ramificazioni del reportage fotografico, mi sembra giusto oggi introdurre quello che è il reportage fotografico.
Qui di seguito ho copiato la definizione di reportage secondo l’enciclopedia Treccani:
Nel linguaggio giornalistico, servizio di un cronista, di un corrispondente, di un inviato speciale su una situazione o un argomento particolare: r. giornalistico, televisivo; un r. di guerra. Per estensione, reportage fotografico, servizio fotografico (detto anche fotoreportage) effettuato a scopo giornalistico o documentario, nei luoghi in cui si verificano avvenimenti di attualità o si presentano situazioni di particolare interesse geografico, antropologico, naturalistico; in tal senso si parla di fotografia di reportage in quanto genere fotografico a sé stante.
Parlando di reportage fotografico, con questa definizione, capiamo che, pur essendo un genere fotografico molto particolare ha delle caratteristiche ben precise, per esempio, il fatto che tutto vada contestualizzato. Questo significa che in un reportage ben fatto, non troveremo mai serie di immagini totalmente decontestualizzate. Ovvero ritratti, oggetti, avvenimenti, saranno sempre accompagnate da un contesto, nella fotografia stessa oppure in foto di “contorno”.
Un’altra caratteristica del reportage fotografico è quella della coerenza, nel senso che le fotografie raccontano precisamente quello che accade. Questo è un argomento piuttosto delicato; perché se vogliamo sottilizzare, e a me piace sottilizzare, il fotografo sceglie cosa inquadrare e cosa no. Quindi nel bene o nel male, una sorta di “artificio” nelle fotografie c’è sempre. Per esempio, il mio idolo, Robert Capa, fotografando il D-Day aveva l’obbiettivo diretto verso i soldati americani, catturò la loro sofferenza e le loro difficoltà nell’intraprendere quelle azioni, che molto spesso conducevano soldati alla morte. Beh al di là delle motivazioni, scegliere chi fotografare, era già stato un taglio, perché anche nelle trincee a centinaia di metri dalle sue spalle, morivano persone. Capite?
Digressione a parte, la fotografia di reportage è una fotografia “Stoica”, e senza troppi fronzoli (se non quelli del contesto).
Vi faccio una domanda: secondo voi un reportage fotografico potrebbe essere posato?
Bene la mia personale opinione è si, per una serie di motivazioni. Prima di tutte è che se come abbiamo detto la fotografia di reportage deve essere:
- Stoica (fedele, coerente, precisa ecc.)
- Contestualizzata
bene allora per esempio se avesse queste caratteristiche anche una serie di scatti 3-5-10-100, allo scopo ci pubblicizzare dei gioielli, beh, sarebbe un reportage, pubblicitario ovviamente.
Di contro, oggigiorno si vede spesso pubblicizzato “reportage prematrimoniale” ma molto spesso viene usata la parola reportage senza alcun criterio, giusto per fare appeal nel cliente, in quanto magari andando a vedere i servizi, notiamo, alla luce di queste informazioni acquisite oggi, che sono soltanto delle serie di scatti, bellissimi, anche originali, ma non hanno nulla a che vedere con un reale reportage, in quanto manca di contestualizzazione per esempio. In casi del genere, sono più reportagistiche (anche se pessime di qualità, composizione, gusto ecc) delle fotografie fatte con il cellulare che raccontano una giornata al mare di chiunque di noi; tanto ci saranno sempre cose tipo: due o tre panorami iniziali, una quarantina di selfies sotto l’ombrellone, un paio di tuffi, foto dell’aperitivo, altri sessanta settanta selfies, il pranzo, altri selfies, fotografie del ristorante, della veduta dal ristorante, fotografie della cameriera, selfies con la cameriera, chiusura della giornata e selfies dell’abbronzatura in bagno. Questo (pessimo utilizzo di megabites nella memoria del vostro smartphone) è più reportage di una serie di scatti artistici, ma presi cosi in quanto tali.
Reportagisti famosi nel passato, sono stati Bresson, Capa, ma anche Gardin, Arbus, e molti altri di cui parleremo prossimamente.
Con questo articolo non voglio incitarvi ad aumentare la vostra collezione di selfies, soprattutto perché se siete appassionati di fotografia, ne avrete ben pochi, ma volevo gettare le basi didattiche su quello che è il reportage per poterne approfondire diversi settori, ma anche per capire quando parleremo della vita di reportagisti famosi, cosa realmente hanno fatto e come affrontavano le loro giornate.
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