Cosa rappresenta la fotografia di paesaggio? Perché è così apprezzata?
Cosa vediamo in essa? Ripsonderemo a queste domande nell’ articolo che segue.
La prima fotografia della storia di Joseph Nièpce nel 1926 mostrava una veduta dal suo studio, quindi potrebbe tranquillamente rientrare nella categoria della fotografia di paesaggio.
Nei miei corsi i generi fotografici (i più comuni) li affronto nella prima lezione del corso avanzato, e dedico alcune lezioni interamente ad alcuni generi, come per esempio la lezione sul paesaggio.
Ebbene riguardo alla fotografia di paesaggio, ci sono tanti modi di intendere questo genere, a conferma che non possono esistere delimitazioni nette. Si risale alle origini pittoriche del paesaggio, per giungere fino alle tendenze fotografiche più moderne (fotografi di “Landscape”), passando per paesaggisti puri (come Ansel Adams, per intenderci); nella sua accezione più pura, per paesaggio si intende essenzialmente uno scenario naturale immacolato, dove l’uomo e le sue tracce restano fuori.
Ci si potrebbe facilmente attenere a questo concetto “puro” di paesaggio, accettando soltanto intrusioni molto piccole e marginali di elementi non naturali (come una persona in lontananza che non inficia l’essenza della vista naturale, oppure un palo o una casa che restano molto in disparte e passano quasi inosservati).
Ma non sempre è vero, almeno a mio parere. Nelle fotografie di paesaggio alle volte il “peso” dell’esistenza umana su di esso è la motivazione per il quale una foto viene scattata, e si, è contaminata, ma comunque rimane una fotografia di paesaggio perché non potrebbe rientrare in nessuna altra categoria.
Grazie alla fotografia di paesaggio potrete sfruttare le più ampie possibilità di interpretazione personale. Allo stesso tempo non perdona l’affettazione visiva: più vi scostate da una chiara rappresentazione, che mostra come appare davvero il paesaggio, più é evidente la vostra ingerenza sulla scena, e questo porterebbe al paesaggio surrealistico
L’arte di fotografare paesaggi è la ricerca di una risposta perspicace e sensibile all’ambiente che vi circonda. Come in ogni buona fotografia, dove si viene a creare un rapporto tra soggetto è fotografo, anche la fotografia di paesaggio, è uno scatto dei vostro rapporto con il luogo in cui vi trovate e la vostra interpretazione di esso. Come per ogni processo, vi servirà tempo per capite la vera natura di un paesaggio.
Come scritto sopra la parola chiave per fotografare è prendersi tempo; il paesaggio non scappa! Unica cosa che scappa è il sole; quindi se per qualche minuto “cannerete la fotografia” niente paura, domani sarà di nuovo lì ad aspettarvi.
Oggigiorno, sempre più fotografi usano montare foto verticali, piuttosto scattare foto in orizzontale, perché si, ovvio che si potrebbe realizzare la stessa veduta con uno scatto singolo, ma non certo la stessa prospettiva, stesso motivo per il quale il miglior zoom da utilizzare sono le vostre gambe. Camminando oltre ad avvicinarvi ed allontanarvi dal vostro soggetto (anche se si tratti di paesaggio), noterete che cambierete prospettiva rispetto ad esso.
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